Il monitor è il banco di lavoro su cui passano tutte le nostre immagini. Siamo certi di poterci fidare di ciò che vediamo?
Ogni periferica digitale può catturare (scanner o fotocamera) o riprodurre (monitor o stampante) una determinata quantità di colori. Periferiche di miglior qualità riusciranno a leggere o riprodurre una gamma di colori più ampia, periferiche meno prestazionali lavoreranno con un range di colori e sfumature più limitato.
La quantità dei colori che una periferica è in grado di riprodurre viene descritta per mezzo del suo spazio colore. Uno spazio colore può essere inteso come il sottoinsieme dei colori riproducibili, scelti nell’insieme di tutti i colori esistenti.
Quanti colori può riprodurre il nostro monitor?
Due gli spazi colore standard a cui spesso si fa riferimento parlando di monitor: l’sRGB e l’AdobeRGB(1998). Entrambi sono oramai “datati” e ben diversi fra loro, ma ancora di comune impiego.
Più piccolo l’sRGB, più esteso l’AdobeRGB, è prassi comune trovarli indicati – tra l’altro – nelle schede tecniche dei monitor per dare un’idea delle capacità cromatiche della periferica.
L’attuale tecnologia consente la produzione di monitor in grado di riprodurre il 99-100% dello spazio AdobeRGB. Sono i cosiddetti monitor “wide gamut”.
Se il nostro impiego è quello generico – navigare in internet e scrivere o stampare qualche pagina di testo – qualsiasi modello sarà in grado di soddisfarci.
Se il nostro impiego è invece quello fotografico, dobbiamo necessariamente rivolgere la nostra attenzione ai monitor di qualità, in grado di riprodurre un’ampia gamma di colori con gradualità nelle sfumature, come avviene per i monitor Wide Gamut.
Quanti colori può registrare la nostra fotocamera?
Le fotocamere attuali sono in grado di catturare un’ampia quantità di colori. Sicuramente più di quelli che possono rientrare nello spazio sRGB e, a volte, anche più di quelli che rientrano nello spazio AdobeRGB. Partendo da questo presupposto, possiamo facilmente intuire come sviluppare o postprodurre i file della nostra macchina fotografica ultimo modello, magari di fascia alta, su un monitor sRGB equivalga a lavorare alla cieca.
Vediamo nell’esempio che segue la mappatura negli spazi sRGB ed AdobeRGB dei colori di una normalissima ripresa di paesaggio.
Possiamo notare come parte dei colori presenti nella foto ricada fuori dallo spazio di riferimento sRGB, mentre può invece trovare corrispondenza nel più ampio AdobeRGB.
Deduciamo che queste parti dell’immagine non potrebbero venir correttamente rappresentate su un monitor di tipo “standard” e, di conseguenza, la loro post produzione avverrebbe “alla cieca”.
L’importanza del monitor
Se il nostro hobby è la fotografia (digitale), dobbiamo rassegnarci a considerare il monitor una parte integrante ed inscindibile del nostro corredo fotografico.
Non avrebbe senso investire migliaia di euro in corpi macchina ed obiettivi col fine di ottenere file meravigliosi e lavorarli poi alla cieca su un monitor non all’altezza degli altri componenti del corredo!
Pur senza scendere nel dettaglio dei modelli, i monitor “wide gamut” in grado di coprire quasi interamente lo spazio colore AdobeRGB sono oggi disponibili anche a poche centinaia di euro.
Brand di riferimento in questo settore sono BenQ, con la sua linea dedicata alla fotografia, ed Eizo, con la sua linea CG.
Tanti colori, ma quali?
Una vecchia pubblicità recitava “La potenza è nulla senza controllo”, ed il concetto vale anche per il monitor.
Neanche il più costoso modello di display wide gamut è di per se garanzia di una corretta visualizzazione delle nostre immagini, se non viene accuratamente calibrato e profilato… ma si tratta di un altro argomento che affronto in questo articolo!
Segnalo un piccolo errore. Se si scatta in Raw, la fotocamera è in grado di registrare TUTTI i colori possibili e non è limitata dallo spzio di eappresenrazione
Ciao
Buongiorno Stefano, ti ringrazio per l’attenzione ed il commento.
Lo spazio colore della fotocamera è menzionato solo incidentalmente in questo articolo, che in realtà è dedicato ai monitor. Tuttavia non mi sembra di aver fatto citazioni che possano mettere in relazione lo spazio “registrabile” dalla fotocamera con quello di rappresentazione. Mi permetto però di dissentire sull’affermazione che scattando in Raw la fotocamera è in grado di registrare TUTTI i colori. Questo è forse vero in linea teorica, ma non dimentichiamo che le capacità cromatiche di una macchina fotografica dipendono da numerosi fattori quali qualità del sensore (€€),linearità di risposta alle frequenze d’onda (da IR a UV), tecnologia (CCD, CMOS), matrice colore (Bayer, XTrans, Foveon), elettronica ed algoritmi di conversione. Ecco perché, con la cautela che mi è tipica, ho esordito con la premessa “ogni periferica digitale può catturare una determinata quantità di colori”, dove la quantità sarà maggiore al crescere della qualità dell’apparecchiatura. Non dimentichiamo poi che, come per il monitor, anche per la fotocamera è possibile misurare e mappare i colori realmente registrabili, e facendolo ci accorgeremmo che siamo ben lontani dal coprire l’intero universo cromatico.
Ciao!