La luce Paramount è uno schema di illuminazione spesso usato nelle produzioni della Paramount Picture, da cui prende il nome, e consente di realizzare ritratti molto intensi. Vediamo come realizzarlo nelle sue varianti.
La Paramount Pictures è una storica casa di produzione cinematografica che trova la sua nascita nel 1914. Le sue produzioni, i registi e i suoi direttori della fotografia hanno lasciato eredità importanti anche negli stili di illuminazione.
In questo articolo ti voglio parlare proprio di una particolare tecnica di illuminazione che ha trovato ampio utilizzo nei film prodotti dalla Paramount Pictures tanto che spesso viene indicata come “Luce Paramount”.
La stessa tipologia di luce la trovi anche descritta con il nome di “butterfly light” o “luce farfalla“. Infatti, se illuminiamo con questo schema di luce un soggetto frontalmente creeremo un’ombra netta sotto il suo naso che ricorda una farfalla con le ali spiegate.
A titolo esemplificativo qui sotto trovi due foto di Marlene Dietrich, storica attrice di questa casa di produzione, illuminata con questa tecnica
Senza dubbio questo stile di illuminazione mantiene tutt’oggi un valore incredibile nel raccontare il volto di un soggetto che viene descritto e disegnato nei suoi tratti essenziali.
Gli occhi e la bocca sono disegnati sul viso che, se interpretato su una scena in chiave bassa, appare luminoso ed intenso emergendo dal buio con un carattere decisamente drammatico.
Lo sguardo, se rivolto in macchina, domina l’immagine e comunica con intensità.
Come puoi vedere dalle immagini che ho riportato qui come esempio si tratta di una luce dura. Infatti le ombre sono disegnate in modo netto e le transizioni dall’alta alla bassa luce sono molto rapide. Inoltre una luce di questo tipo cancella la texture della pelle e quindi si presta molto bene per illuminare i volti femminili facendo scomparire segni e rughe.
Allestiamo il set
Per realizzare questo stile di illuminazione in fotografia può bastare anche un singolo punto luce. Il posizionamento dev’essere molto frontale rispetto al volto del soggetto. Per lavorare in maniera comoda ti consiglio di utilizzare il flash o la tua luce installata su un C-Stand o su un braccio a giraffa. In questo modo avrai maggior libertà nell’inquadratura e nell’interazione con il tuo soggetto.
Qui di lato vedi un’immagine di come ho realizzato il mio set.
Come accessorio ti suggerisco quindi di utilizzare il flash con una griglia (come ho fatto io per i mei scatti) oppure di impiegare una luce spot con una lente di Fresnel in modo da creare una zona di alta luce concentrata sul volto con delle ombre nette.
Regola quindi la potenza della luce e, se lavori in luce continua, la velocità di otturazione in modo da utilizzare un diaframma aperto per ottenere una profondità di fuoco molto ridotta.
Dovrai quindi di esporre in chiave alta, ovvero sovraesporre di almeno 1 o 2 stop in modo da “sbiancare” il volto del soggetto. Se il fondo è scuro e non è raggiunto da altra luce otterrai un’immagine in chiave bassa (low key) come quella che ti mostro qui di seguito
La Luce Paramount in High Key
Ora che hai impostato la luce principale puoi sperimentare alcune varianti.
Per esempio, senza toccare nulla della luce frontale e dei parametri di scatto, utilizzando semplicemente un ampio softbox puoi inserire una luce diffusa in controluce per realizzare lo stesso schema ma questa volta in chiave alta. Qui sotto vedi backstage e risultato.
Come vedi dallo scatto qui sopra, utilizzando un softbox dietro al mio soggetto ho portato più luce anche sui lati volto ottenendo un effetto più “romantico” e meno “noir”. Con questa soluzione potrai quindi decidere di allontanare il softbox o avvicinarlo al soggetto per scurire o schiarire il profilo del viso.
Come ti dicevo prima la cosa interessante è che la luce principale è sempre la stessa, quindi una volta che avrai definito l’esposizione se non varierai i parametri di ripresa e la distanza del soggetto dalla fonte principale di luce, potrai gestire facilmente ombre e contrasti spostando la luce di fondo senza dover controllare di nuovo l’esposizione.