Solo un corretto bilanciamento del bianco personalizzato è in grado di garantire la fedele riproduzione dei colori dei soggetti ripresi.
Abbiamo analizzato in un precedente articolo l’importanza di effettuare un corretto bilanciamento del bianco al fine di ottenere una fedele riproduzione dei colori dei soggetti fotografati.
Dopo aver dimostrato l’inaffidabilità del bilanciamento automatico (AWB – auto white balance) siamo giunti alla conclusione che solo un bilanciamento del bianco personalizzato possa garantire risultati coerenti con la tipologia di luce presente sul set.
Le strade per mettere in atto un bilanciamento del bianco personalizzato sono diverse: proviamo ad esplorarle per decidere quale è quella più adatta ad ogni metodo di lavoro o situazione di ripresa.
Bilanciamento del bianco: “in macchina” o “in post produzione”?
Dobbiamo innanzitutto distinguere fra un bilanciamento applicato in macchina od effettuato in post produzione.
Nel primo caso la regolazione viene impostata direttamente sulla fotocamera, prima di iniziare a scattare, e le riprese sono immediatamente “bilanciate” e pronte all’uso, almeno dal punto di vista cromatico.
Nel secondo caso gli scatti vengono eseguiti senza particolari accorgimenti ed il loro bilanciamento viene fatto in un secondo momento, in fase di post produzione.
Importante ricordare che il bilanciamento in post produzione è ammissibile solamente per riprese effettuate in RAW: tentare di bilanciare un JPG eseguito con una impostazione di bilanciamento errata comporterebbe un irrimediabile degrado delle informazioni colore contenute nel file.
A dimostrazione di quanto affermato, si noti il classico “istogramma a pettine”, indice di una perdita di informazioni colore dovuta al tentativo di “ribilanciare”un file JPG scattato con il bilanciamento del bianco sbagliato.
Bilanciamento in macchina: impostazione del valore di temperatura colore
In molte fotocamere, soprattutto di fascia alta, è possibile inserire direttamente il valore in Kelvin (mi raccomando: non “gradi Kelvin”… “Kelvin” e basta!) della temperatura colore rilevata con uno strumento esterno: il termocolorimetro.
E’ una strada affidabile e corretta, sebbene difficilmente percorribile a causa del costo elevato e della scarsa diffusione dello strumento di misura coinvolto.
Bilanciamento in macchina: lettura per luce riflessa
Affinché la procedura funzioni, il target deve essere ripreso con la luce che illuminerà il nostro soggetto, possibilmente nella stessa posizione.
Esistono oggi in commercio numerosi tipi di riferimenti adatti allo scopo. Nella scelta dobbiamo assicurarci che non soffrano di metamerismo. Non è né una parolaccia né una malattia: significa che la “resa” del loro colore non deve cambiare al variare della luce che li illumina, in modo da poter essere realmente neutri in qualsiasi condizione di ripresa. I più noti e diffusi sono sicuramente quelli della famiglia ColorChecker di X-Rite. Un ultimo accorgimento per la buona riuscita dell’operazione: la ripresa del target deve correttamente esposta.
Bilanciamento in macchina: lettura per luce incidente
Come abbiamo visto, Il bilanciamento per luce riflessa prevede che si posizioni un apposito target in prossimità di dove di troverà il nostro soggetto.
Tale operazione non è sempre agevole o facilmente realizzabile: pensiamo ad una situazione di reportage, di street photography o di foto di cerimonia. In tal caso possiamo fare ricorso sempre al bilanciamento in macchina, ma rilevato per luce incidente.
Per fare ciò abbiamo necessità di impiegare un apposito filtro opalino (e perfettamente neutro) che verrà posizionato davanti all’obbiettivo, un po’ come si usava fare con le videocamere di qualche lustro fa.
Dalla posizione di ripresa punteremo quindi la macchina verso la sorgente di luce principale che illuminerà il soggetto e la “cattureremo” con uno scatto, facendo ancora una volta attenzione alla corretta esposizione.
Come è facile immaginare, il fotogramma così ottenuto sarà un qualche cosa di indefinito… una sorta di “tinta piatta” più o meno grigia/azzurra/gialla ma comunque rappresentativa del colore della luce che illumina la scena.
Così come per lo scatto effettuato “in luce riflessa”, non resterà che indicare alla macchina di utilizzare questo fotogramma come riferimento per il bilanciamento degli scatti successivi.
I tre metodi appena esposti sono fondamentali per chi scatta in jpg ma possono essere applicati anche da chi scatta in raw.
Hanno l’innegabile vantaggio di fornire scatti immediatamente bilanciati già sul display della macchina o sul computer, appena scaricati. Il rovescio della medaglia è una certa perdita di tempo, seppur di pochi secondi, da mettere in conto in fase di ripresa per rifare il bilanciamento ad ogni variazione delle condizioni di illuminazione.
Bilanciamento in post produzione
Quando illustro, in pubblico, i limiti e gli errori dell’auto white balancesono oramai abituato a individuare al volo nella platea qualche sorrisetto beffardo.
E’ quello di chi, immediatamente dopo, alza la mano e dice “Tanto io scatto in raw!”.
Siamo tutti consci degli incredibili vantaggi concessi dallo scattare in “formato grezzo”, tra i quali spicca, appunto, la possibilità di ribilanciare la temperatura colore della scena. Non dobbiamo però dimenticare che, affinché la regolazione in post produzione sia efficace e possa garantire una riproduzione dei colori fedele e coerente con la scena ripresa, anche questo tipo di bilanciamento deve poter fare affidamento su uno scatto eseguito ad un target affidabile, come avviene per il bilanciamento in macchina.
In mancanza di tale riferimento il nostro scatto in raw potrà sì essere bilanciato in postproduzione, ma solo in modo personale, arbitrario, soggettivo e magari anche un po’ artistico… non di certo in modo “scientifico”.
Come fare un efficace bilanciamento in postproduzione è illustrato in questo articolo.