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Il tempo di scatto e la sua importanza

Massimo Pinciroli by Massimo Pinciroli
2 Marzo 2020
Home Tecnica base
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Il tempo di scatto è l’intervallo durante il quale la luce raggiunge il sensore e determina come la macchina fotografica registrerà i soggetti in movimento.


Abbiamo identificato in un precedente articolo quali sono i tre fattori che, sapientemente bilanciati in funzione alla quantità di luce presente sulla scena, ci consentono di ottenere la corretta esposizione delle nostre fotografie. In seguito abbiamo anche analizzato quali sono le impostazioni da utilizzare per fissare uno dei tre parametri e far si che sia la nostra macchina fotografica a calcolare gli altri. Abbiamo quindi parlato del cosa e del come, ma non del perché!
Chiediamoci quindi ora perché (e quando) può essere necessario “fissare” un determinato tempo di scatto o una particolare apertura di diaframma.

Il tempo di scatto

Il tempo di scatto, o di otturazione, è l’intervallo di tempo durante il quale la luce viene proiettata sul sensore. La sua durata può essere di una frazione di secondo o di svariati secondi. É importate fare attenzione alla scala della nostra macchina fotografica per non fare confusione, passando dai tempi più veloci di un secondo a quelli più lenti. I tempi “rapidi” sono delle frazioni di secondo: 1/8000 è infatti la ottomillesima parte di un secondo, 1/30 è la trentesima parte, e così via.
Per praticità ghiere e display indicano solitamente solo il numero utilizzato come denominatore: 4000, 2000, … 30, 15, 8, eccetera. Il “problema” è che tali numeri possono ripresentarsi allungando il tempo oltre il secondo: 1, 2, 4, 8. In questo caso, però, essi non indicano più frazioni di secondo, ma loro multipli. Per distinguere le due scale, in alcuni casi, possiamo trovare l’indicazione … ma non è sempre detto!

Il tempo di scatto è il parametro che ci consente di congelare un movimento del soggetto o, al contrario, registrarlo per dare la sensazione del dinamismo.

Tempi di scatto veloci per congelare l’azione

Più il soggetto è in rapido movimento, più veloce dovrà essere il tempo di scatto da utilizzare per fermarlo. Se può essere necessario fermare un soggetto con un tempo di scatto rapido, pensiamo ad un’azione sportiva, possono presentarsi delle situazioni in cui l’impiego di un tempo lento consente di registrare lo svolgersi del movimento in modo meno nitido ma più artistico e, magari, persino surreale.

Guardiamo da vicino qualche esempio per capire meglio l’influenza del tempo di posa sul risultato dello scatto.

Scatto a mano libera ad 1/160s

Nonostante sia stato usato un tempo di scatto abbastanza rapido, il soggetto è “fermo” e nitido ad eccezione delle mani, che si stavano muovendo rapidamente.
Spesso, per fermare il movimento degli arti (gambe, braccia) è necessario impostare un tempo di scatto più rapido di quanto non sia sufficiente per fermare il corpo. In questo caso, il mosso limitato alle mani ed al bordo del vestitino trasmette l’idea dell’azione.

Scatto a mano libera ad 1/3200s

Un tempo di scatto particolarmente veloce è in grado di fermare anche un movimento rapido come il salto su un trampolino elastico.
Nonostante il movimento sia ben più veloce di quello delle mani dello scatto precedente, il tempo impostato ha consentito di “congelare” perfettamente anche la treccia.

Tempi di scatto lenti per registrare la fluidità di un movimento

Torrente con tempo di scatto 1/250s
Torrente con tempo di scatto 1/4s

In questi due scatti si può notare come l’uso del tempo di otturazione possa servire per personalizzare la registrazione del movimento: scattando ad 1/250 di secondo l’acqua viene bloccata, mentre scattando ad 1/4 se ne registra il fluire in modo più dinamico.

Fondamentale segnalare che le due immagini sono state realizzate con la macchina su un treppiede. Se fossero state realizzate a mano libera, in quella scattata ad 1/4 di secondo… l’acqua del torrente non sarebbe l’unica cosa mossa!

Il tempo di sicurezza per evitare foto mosse

Il movimento da contrastare, però, non è solo quello del soggetto. Il tempo di scatto consente di contrastare anche una eventuale “instabilità” del fotografo. Si ricorda in merito la famosa regola del reciproco della lunghezza focale. Empiricamente possiamo affermare che il tempo più lento utilizzabile a mano libera, senza rischio di avere foto mosse, corrisponde al reciproco della lunghezza focale utilizzata. Scattando con un’ottica da 50mm, il tempo di otturazione più lungo che possiamo utilizzare sarà, quindi, di 1/50s. Se l’ottica fosse un 200mm, il tempo di sicurezza diventerebbe almeno di 1/200s.

Massimo Pinciroli

Massimo Pinciroli

Cresciuto a pane, salame e fotografia, approdo giovanissimo al settore fotografico iniziando a lavorare per un'importante multinazionale di analogica memoria e dando così il via a quell’indissolubile connubio fra passione e professione che da sempre mi accompagna. Quando non sono impegnato a dare supporto ai clienti, a tenere corsi o creare contenuti per riviste o per il web, inganno il tempo realizzando stampe fine art per me o per gli amici.

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